C’è un delicato equilibrio tra costi e benefici nel cambiare casa quando si ha un bambino piccolo: da un lato il piacere di nuovi spazi più grandi e adatti alla famiglia che si è formata – ché da coppia ci si adattava a ogni disagio con facilità. Dall’altro la contemplazione dello sforzo di raccogliere, catalogare, imballare, fare e disfare scatoloni, sommato alle già non trascurabili nuove incombenze, rende la prospettiva spaventevole. Viene la tentazione di consultare un architetto e trovare il modo di ideare nuove nicchie, inaspettati volumi, di ricreare camere e spazi lì dove non si pensava ci potessero essere.
Ma se il trasloco non si può evitare, cosa fare per non uscirne troppo malconci? Organizzazione innanzitutto: è un evento che di per sé ne richiede già parecchia, ma con un bebè in casa la pianificazione deve essere impeccabile. Quindi programmare ogni passo nel dettaglio, elaborare una tabella di marcia, rispettarla e tenersi un po’ di margine per gli imprevisti, immancabili. I bambini piccoli apprezzano la routine: lo stress del trasloco per loro sta soprattutto nell’adattamento al nuovo ambiente e nel trambusto dei giorni precedenti. Per evitare eccessivi scombussolamenti può essere utile alloggiare dai nonni o da amici per qualche giorno prima o dopo. Il giorno del trasloco organizzarsi con una babysitter o un paio di persone fidate. La nostra attenzione sarà tutta rivolta all’operazione T: ci vuole qualcuno che dedichi pari attenzione al piccolo, senza distrazioni.
Una volta finito il trasloco, il primo spazio da sistemare è la cameretta: trasformare la cena in un picnic in salotto con tanto di coperta e scaldavivande è divertente per tutti, ma al momento di andare a dormire il lettino con il pupazzo nella stanza ordinata può contenere il senso di smarrimento e facilitare il sonno. Se possibile, è utile prendersi un paio di giorni liberi dopo il trasloco per ambientarsi inseme nella nuova casa. Si approfitta di questo tempo per svuotare qualche scatolone e nel frattempo la casa incomincia a sapere di noi. Concediamoci tempi slow, a ritmo di famiglia: non è il caso di affaticarsi oltre misura per spacchettare tutto in tre giorni. Conviene piuttosto riporre tutti gli scatoloni ancora chiusi in un solo ambiente, in modo che il resto della casa prenda sin da subito un aspetto normale e rassicurante. Infine, il trasloco è una grandiosa occasione per liberarsi del superfluo. La regola d’oro del decluttering familiare è semplice quanto efficace. Tutti gli scatoloni che dopo sei mesi sono ancora chiusi vanno buttati senza aprirli: non c’è nulla che serve davvero!