Trekking con i bambini, bello e… possibile

da | 13 Feb, 2022 | In Viaggio, Lifestyle, Persone

Fare trekking con bambini si può: la passione di una coppia per la montagna non si ferma davanti all’arrivo di due gemellini, ma porta a nuove e diverse avventure in alta quota

Affascinati dalla montagna e dai viaggi on the road, Ambra e Attilio condividono, da quando si sono conosciuti, una grande passione: lunghe camminate a contatto con la natura, preferibilmente tra le vette.

L’esperienza del trekking è al centro delle loro mete di viaggio, per la soddisfazione di raggiungere vette e panorami mozzafiato, alla ricerca di luoghi isolati e incontaminati che iniziano a documentare in un bellissimo blog dedicato alla fotografia e ai racconti. E oggi, dopo la nascita di due gemellini, la famiglia raddoppia e le passioni anche.

Il progetto The world’s paths

In compagnia di uno zaino in grado di contenere tutto il necessario ma senza nulla di superfluo, Ambra e Attilio hanno esplorato le numerosi valli e i rifugi di Piemonte e Valle D’Aosta. 

“Abbiamo sempre preferito i percorsi che impegnano l’intero weekend alle camminate di una sola giornata”, spiega Attilio.

“Ci permettono di raggiungere luoghi remoti e percorsi meno battuti: solitamente ci appoggiamo ai rifugi e ai bivacchi messi a disposizione di chi ama come noi la montagna. Quando queste strutture non ci sono, portiamo la tenda e ci accampiamo accanto a un lago o a una sorgente. 

Dopo diversi anni, complice un’esperienza di tre mesi in Canada e decine di esplorazioni in Italia, abbiamo unito altre due nostre passioni, la fotografia per me e la scrittura per Ambra, e iniziato a raccontare le nostre esperienze sul sito The world’s paths – i sentieri del mondo. Sempre più persone ci chiedevano informazioni sui trekking e ci sembrava un servizio utile che potevamo dare a chi sceglie questo genere di vacanza a contatto con la natura. E per noi è anche una sorta di diario di viaggio delle mete raggiunte insieme”.

world's paths

Dall’Islanda all’Alaska, dal Perù al Kyrgyzstan

“Quando siamo a casa ogni weekend è utile per esplorare le Alpi, ma in estate se possiamo scegliamo mete più distanti, per conoscere culture diverse e soprattutto ambienti naturali e panorami insoliti. 

Tra i più affascinanti ma anche difficili che abbiamo affrontato: il trekking in Islanda, il Laugavegurin, indimenticabile quanto arduo, per via del clima. Anche in estate fa freddo, piove spesso e il vento è tagliente. 

Il cammino più bello è indubbiamente quello nelle Ande peruviane: non il percorso turistico per il Machu Picchu, bensì il Huayhuash trek, un percorso di 7 giorni a ben 5.000 metri, tra lagune e vette innevate, con la tenda come unico riparo.

Abbiamo molto amato anche l’Alaska, dove grazie alle cabin houses, le case in legno dove puoi dormire in mezzo al nulla, si vive davvero l’atmosfera di Into the wild. E tra le esperienze più interessanti c’è stata quella in Kyrgyzstan, un viaggio intrapreso con un gruppo di amici, che ci ha permesso di entrare in contatto con le popolazioni locali che vivono in alta quota”.

Figli delle Dolomiti

Anche a due amanti della vita avventurosa in giro per il mondo può accadere, a un certo punto, di pianificare l’allargamento della famiglia.

“Nel 2020, dopo il lockdown, non era consentito viaggiare e abbiamo deciso di trascorrere l’estate esplorando le vicine e meravigliose Dolomiti – racconta Ambra -. La montagna ha esaudito i nostri desideri: al ritorno aspettavo un bambino, che abbiamo poi scoperto essere due gemelli. Dopo un primo momento di shock, ci siamo concentrati sui vantaggi: due fratellini coetanei possono diventare compagni di viaggio e tenersi compagnia. 

Purtroppo l’andamento della gravidanza non è stato senza problemi: i gemelli avevano un ritardo di crescita e sono stata ricoverata tante volte. Dopo aver trascorso l’ultimo periodo all’ospedale, Ethan e Aiden sono nati l’11 marzo dello scorso anno, con due mesi di anticipo, a sole 31 settimane. Aiden è rimasto per le prime due settimane in TIN, e poi abbiamo iniziato la vita a tre in casa. Sì, solo in tre perché Ethan ha trascorso i suoi primi 2 mesi di vita in TIN.

Prenderci cura di un solo bambino anziché di due inizialmente ci ha aiutati ad abituarci alla nuova routine in modo graduale, ma non nego che in quel periodo l’organizzazione familiare sia stata molto complicata. 

Attilio lavorava, io tiravo anche sette volte al giorno il latte che portavamo quotidianamente in ospedale per nutrire Ethan, il tutto con le restrizioni Covid che non ci permettevano mai di andare insieme. Poi, due mesi dopo la nascita, lo abbiamo finalmente portato a casa con noi ed è iniziata la nostra nuova vita in quattro”.

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Bebè in quota

L’anno prima della nascita dei gemelli la coppia aveva acquistato un furgone camperizzato per i viaggi on the road in Europa. 

“Dopo la nascita dei gemelli, il furgone è diventato la nostra casa mobile. Ci piace che si abituino a viaggiare, sia nel weekend che per periodi più lunghi, con questo mezzo: è un modo di spostarci che offre meno comodità ma più libertà, che ti costringe a portare dietro solo l’essenziale ma ti permette di vivere a contatto con la natura. 

Inutile dire che già quando erano nella pancia fantasticavamo sui futuri trekking che avremmo potuto fare con loro.

Abbiamo parlato con diversi pediatri e sono tutti d’accordo sul fatto che i bambini, sin da piccoli, possono essere portati a medie altitudini, l’importante è che la salita sia graduale. Se andiamo in montagna in furgone, facendo delle soste, o ancora meglio saliamo in quota a piedi, non ci sono problemi perché permettiamo loro di abituarsi gradualmente”.

Nuove avventure, con il giusto equipaggiamento

Il desiderio di far respirare a Aiden ed Ethan l’aria pulita della montagna non ha motivo di attendere, e a soli 4 mesi, coccolati nella fascia sul petto di mamma e papà, raggiungono insieme a piedi la prima vetta in Piemonte.

“Abbiamo trascorso la loro prima estate camminando tra le montagne della Valle D’Aosta, e anche in autunno abbiamo continuato tra le Alpi piemontesi. I primi mesi li portavamo nel marsupio o nella fascia – spiega Attilio -. Devo dire la verità, è stato piuttosto faticoso in estate, perché fare attività fisica con un bambino ‘addosso’ significa inevitabilmente sudare entrambi. Inoltre, fare le fotografie in montagna, la mia passione, era impossibile con un bambino davanti e uno zaino dietro. 

Da qualche mese invece, da quando sono più grandicelli, abbiamo iniziato a utilizzare gli zaini da trekking porta-bambino ed entrambi riusciamo a portare anche un piccolo zaino davanti. 

Un peso di 10-13 kg a testa non è nulla in confronto ai 25 kg che eravamo soliti portare nei lunghi viaggi intercontinentali che spesso includevano anche la tenda. 

Per i bimbi, oltre al cambio, portiamo ovviamente i pannolini, acqua, alcuni snack, qualche giocattolo e pappe nel thermos che prepariamo a casa. 

Siamo soliti vestirci ‘a cipolla’ e così facciamo con i bambini, dato che in montagna la temperatura è molto variabile e quando aumenta dobbiamo poter togliere loro i primi strati.  

Per il momento si sono adattati molto bene alla vita di montagna: il dondolio dello zaino li culla e l’intera camminata diventa un lungo pisolino.

Cresceranno in fretta e mi rendo conto che dovremo adattare i nostri percorsi alla loro età ed esigenze: tuttavia cercheremo di non porci dei limiti prima di aver provato, e insegneremo loro che possiamo sempre spingerci oltre, per provare a raggiungere tutto ciò che ci sembra impossibile”.

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