La gita perfetta per il mese di Halloween è nel delizioso borgo dell’entroterra ligure
Lo scorso agosto Antonietta, detta Chetta, di 94 anni, esperta di erboristeria e considerata per questo l’ultima strega di Triora, ha ricevuto dal sindaco le “chiavi della città”. L’ultima di tante, che hanno fatto storia e leggenda di quello che ancora oggi viene considerato il paese delle streghe. Siamo a Triora, un bellissimo borgo medievale arroccato a circa 800 metri, nell’entroterra della Riviera Ligure di Ponente, nella splendida Valle Argentina.
La storia
Pare che la terribile carestia e il cattivo tempo che hanno colpito il borgo nel 1587 abbiano portato gli abitanti a credere che fosse tutta colpa delle streghe. Così, nel 1588, a Triora alcune donne furono accusate di stregoneria e di essere seguaci della eretica setta delle streghe diaboliche.
Franchetta Borelli e le altre imputate, almeno venti, finirono sotto i ferri prima dell’Inquisitore e poi del Commissario Giulio Scribani, che le accusarono di “essersi donate al Diavolo cristiano, con l’anima e con il corpo, in cambio dei suoi poteri malefici. La loro sorte fu per sempre segnata: non furono condannate al rogo, ma torturate duramente.
Il Museo
Per ricordare e scoprire questa storia, a Triora c’è un bellissimo museo, ricco di storia, leggende, oggetti e utensili. Lo spazio espositivo si sviluppa in quindici sale, su tre diversi piani. Al piano terra le quattro sale dedicate al territorio che circonda Triora e alla sua storia locale: c’è l’arte, la tradizione artigianale, la sala dedicata all’archeologia e una sulla fauna del territorio.
Il Piano Interrato ospita la Sezione Etnografica del Museo, suddivisa nei suoi cinque Cicli: la Vita nei campi, il Ciclo del Castagno, quello del Latte, la Cucina e la Cantina. Scendendo nei Sotterranei, dove si trovavano le carceri, si trova la sezione dedicata alla Stregoneria, con quattro sale.
Nelle prime due sono ricostruite le scene degli interrogatori e della prigionia delle donne accusate; mentre le altre due sono allestite con la riproduzione di streghe artigianali alle prese con il quotidiano. La visita si conclude con la visita al Giardino dove, fra edera e altri rampicanti, immersi nel profumo dell’erba luisa, sono ricostruite miniature e scorci di Triora.
Il borgo
Il borgo di Triora è pieno zeppo di richiami alle streghe e alla stregoneria, ed è addobbato con cura per accogliere i visitatori e turisti. Oltre al museo, sono tanti i luoghi da visitare vagando per il paese.
Due su tutti: Monte delle forche è il posto dove le streghe hanno affrontato il crudele destino e la Cabotina è la grotta dove pare che le streghe stringessero patti mortali col Diavolo.
Ci sono tre itinerari per visitare Triora: uno artistico, segnalato in rosso; uno curioso in azzurro e uno per i bambini in giallo.
L’itinerario artistico attraversa le mura cittadine, tocca il museo, l’antico forno, la fontana Sottana e Palazzo Borelli.
Il percorso delle curiosità parte dal castello, in cima al borgo, tocca la chiesa di Santa Caterina e il punto panoramico al Poggio della croce, poi procede verso la Cabotina e arriva al museo. Il percorso per bambini tocca alcune tappe che prendono il nome delle streghe: Battistina è la piazza del mercato; Isotta è la piazza Tommaso Reggio; poi c’è Franchetta nella terrazza Cabotina e infine Luchina nella piazza vicina al castello.
Info pratiche
I biglietti di ingresso al museo hanno un costo di 2 euro (1,50 il ridotto per i bambini).
A Triora ci si arriva in auto: autostrada A10 Genova-Ventimiglia, uscita Arma di Taggia, quindi seguire le indicazioni per Triora (SS 548). O in treno fino alla stazione di Taggia-Arma o di San Remo, per poi proseguire in bus.