Tutto a posto
Diventare organizzati si può: gestire al meglio spazi e tempo non è solo una propensione naturale, ma è qualcosa che si può imparare. Lo spiega “Tutto a posto!” di Daniela Faggion (Morellini editore, 13.90 euro). E’ un manuale agile e snello, una vera miniera d’oro di consigli pratici e suggerimenti adatti a ogni situazione della vita.
Daniela spiega come impostare la gestione della casa e quella del posto di lavoro, come sfrondare l’armadio senza traumi e come liberarsi delle troppe scartoffie. C’è poi una parte su come ottimizzare il tempo e come insegnare ai figli le basi dell’organizzazione, come impostare il menu della settimana o un bullet journal per tenere traccia degli impegni. Per i viaggi il manuale spiega come fare la valigia o gli scatoloni di un trasloco.
I segreti del decluttering, dello space clearing e del time management sono spiegati con chiarezza. Ad arricchire il tutto, le interviste ai guru dell’efficienza come David Allen, l’inventore del metodo Getting Things Done,Francesco Cirillo (l’ideatore della tecnica del pomodoro) e il pedagogista Daniele Novara.
Più organizzati, più sereni: l’arte dei piccoli passi
Come organizziamo lo spazio e il tempo influisce sulla nostra quotidianità, ci definisce e ci permette di vivere con maggiore o minore serenità. E ognuno ha il proprio metodo, che può comunque migliorare: “Non è un caso che organizzazione e organismo abbiano la stessa radice, che è organo in greco che significa strumento: ognuno affina lo strumento organizzativo in base alle proprie esigenze”, ci dice Faggion.
Tutto questo lo si può applicare con quella che l’autrice bolognese definisce “L’arte dei piccoli passi”: “non immaginiamo di fare chissà quale rivoluzione, semplicemente la nostra vita che funziona meglio. La nostra vita è in ogni momento”.
Ordine e organizzazione non sono la stessa cosa. “Spesso le persone sono ordinate ma non organizzate – nota l’autrice – e passano la vita a cercare di restare ordinate. Se invece utilizzano dei metodi che le aiutano a organizzarsi ottengono un beneficio vero. Non ci servono poteri magici ma un beneficio concreto, il benefico effetto dell’organizzazione. Che è qualcosa che succede sempre quando ti organizzi: può esserci l’entropia intorno a te, ma se cominci ad organizzarti di conseguenza anche l’entropia diventa energia e ti permette di affrontare meglio anche le cose che stanno intorno”.
Trasformare l’imprevisto in eventualità prevedibile
Quello della giornalista bolognese è “un invito a essere più razionali nell’irrazionalità che è in tutto”. Sapersi organizzare nella quotidianità aiuta anche a gestire meglio gli imprevisti: “L’emergenza in quanto tale dovrebbe essere qualcosa che emerge e non la norma, altrimenti diventa abitudine al caos ed è negativa. Se invece si prevede il prevedibile e si trasforma l’imprevisto in prevedibile, allora quando succede il vero imprevisto, si possono fermare le bocce e agire e risolvere il problema”. Perché, come le dice David Allen nel manuale, “essere troppo strutturati a volte è un impedimento perché poi non sappiamo reagire quando succede l’imprevisto”.
Essere sempre nel presente
La routine è nostra alleata, e non dobbiamo farne una nemica: “L’abitudine è fatta di alzarsi, mangiare, prepararsi, uscire. Banalmente, trasformare l’armadio in momento di dramma quotidiano è un grande lusso, ma è anche sciocco: durante la giornata abbiamo cose ben più importanti che decidere cosa mettere”. Il primo passo è liberarsi del mantra “Potrebbe servire”: perché se il decluttering estremo non è per tutti, è comunque importante liberarsi del troppo e dell’inutilizzato per snellire le nostre case e le nostre vite. “L’invito è essere sempre qui ed ora, hic et nunc – dice l’autrice – Non è un invito allo spreco e al buttare via, ma ad avere quello che sai che ti serve perché sei così adesso”.
I bambini, maestri inconsapevoli dell’organizzazione
Con i figli non possiamo fare a meno di organizzarci. Lo sa bene la giornalista, che ha due figli di 4 anni e di un anno e mezzo. “I bambini sono invito e un obbligo all’organizzazione. Dipendono da noi in toto, richiedono che le persone intorno a loro considerino sempre la loro presenza. Però se i genitori riescono ad organizzarsi bene, i figli col tempo imparano a gestirsi da soli in maniera autonoma”. I bambini sono un invito a gestire spazi e tempi, ma anche ad abbracciare il caos, ci aiutano ad accettare che l’organizzazione preveda una parte di disordine. “Sono dei maestri che ti costringono ad imparare. Questo mantiene vivi e giovani, insegna a cogliere la bellezza dell’elasticità e del cambiamento, così come a scoprire gli aspetti positivi della puntualità e della ripetizione”.