Scegliere di vivere per il mare, alla ricerca di nuove avventure e a bordo di una barca a vela, ovvero una casa galleggiante
Quando hai il mare nel DNA, il sogno di vivere una lunga esperienza in barca prima o poi si presenta prepotente.
Realizzare il sogno di intraprendere un lungo viaggio e cambiare vita è possibile, anche in famiglia e, per la precisione, con tre figli e un cane.
Sara ci racconta un grande progetto e la decisione di cambiare vita, presa insieme e al marito Stefano e ai loro tre piccoli marinai, Iago, Nina e Timo, abituati sin da piccoli a dormire cullati dal mare.
Una famiglia che ha scelto la via del mare in modo sostenibile per accogliere la vita come viene, in balia delle onde e del vento, senza un itinerario preciso o una data di ritorno.
Tutto nasce… in barca a vela
“Forse è destino, ma ci siamo conosciuti circa 17 anni fa, proprio su una barca a vela”, racconta Sara, originaria della provincia di Lecco. “Sono partita per una vacanza insieme a un’amica che seguiva un corso di vela e lì ho conosciuto Stefano.
Entrambi amiamo alla follia il mare e la vita in barca a vela; entrambi abbiamo sempre cercato di trascorrere tutta la stagione estiva a bordo, organizzandoci con congedi e telelavoro.
E con la nascita del nostro primo figlio, Iago, che oggi ha 12 anni, non abbiamo abbandonato la nostra passione.
Anzi, dopo tanto tempo e sacrifici siamo riusciti ad acquistare anche una barca: un Mikado56 costruito nel 1982. Si chiama Shibumi, un termine giapponese che significa ‘bello ma non appariscente, semplice ma raffinato’.
La barca è stata acquistata in Grecia e, prima con un’altra barca più piccola e poi con Shibumi, per diversi anni abbiamo navigato insieme ai bambini ed esplorato le isole greche e il loro mare in lungo e in largo”.
Un sogno che prende forma
Sperimentare uno stile di vita diverso, a contatto con la natura e per un lungo periodo, seguendo i ritmi delle stagioni, conoscere nuove culture, scoprire nuovi luoghi e città: sono queste le esigenze che hanno portato Sara e famiglia a decidere di vendere la propria casa e investire tutto in una nuova avventura.
“L’idea di viaggiare in barca intorno al mondo è sempre stata dentro di noi, e sapevamo che prima o poi avremmo voluto provare questa esperienza.
Il progetto ha iniziato a prendere forma qualche anno fa: abbiamo infatti inizialmente la nostra casa a Milano e ci siamo trasferiti in un piccolo paese, vivendo a casa con mio padre, per mettere da parte un po’ di risorse economiche necessarie per mettere a posto la barca. Ma non bastava, e quindi abbiamo preso la drastica decisione di vendere casa nostra.
Così, l’estate scorsa siamo andati in Grecia a prendere Shibumi, l’abbiamo portata in Italia dove è stata qualche mese in cantiere per un refitting generale. Non servivano lavori per modificarne l’estetica, ma strutturali: motore, timone, strumentazione elettronica e tutto ciò che serve per preparare il mezzo a lunghi viaggi come un’eventuale traversata atlantica”.
Si parte!
“Il Covid ha ritardato la nostra partenza che doveva avvenire all’inizio dello scorso luglio, e solo il 13 ottobre 2020 siamo finalmente salpati.
Prima destinazione Capraia, poi Sardegna e isole Baleari, L’idea era quella di proseguire fino alle Canarie e, una volta arrivati lì, scegliere se fare la traversata Atlantica dall’arcipelago o se scendere fino a Capo Verde.
Le cose però sono andate diversamente. Causa burrasca, i primi di gennaio abbiamo deciso di stare in porto un paio di giorni fino alla fine della perturbazione, ma quando la mattina del 7 gennaio eravamo pronti a ripartire ci è stato detto che, a causa delle restrizioni Covid, non avremmo potuto lasciare l’isola. E così siamo rimasti a Formentera, per tutto l’inverno, fino a oggi.
La vita su un’isola è sicuramente affascinante, ma l’inverno appena concluso non è stato semplice. Anche se in barca abbiamo il riscaldamento, è stato un inverno anomalo, molto più freddo rispetto agli anni scorsi.
I vestiti non asciugavano mai, il vento freddo e le piogge spesso ci costringevano a trascorrere molto tempo dentro la barca, dove privacy e spazio sono limitati.
Era praticamente tutto chiuso, Sia perché è un’isola che vive solo di turismo sia per le restrizioni Covid, ma di questo periodo ricorderemo le bellissime passeggiate che abbiamo fatto per l’isola, praticamente deserta.”
Bimbi a bordo
Iago ha 12 anni, Nina 9 e Timo 4: stare in mezzo al mare li rende felici e li fa sentire liberi.
Erano già abituati alla vita in mare nei periodi estivi, ma spostarsi a tempo indeterminato su una casa galleggiante è ben altra cosa.
“Ci siamo confrontati con i bambini prima di decidere di intraprendere questa avventura”, racconta Sara.
“Sono tutti e tre molto curiosi, e hanno voglia di conoscere nuovi luoghi e soprattutto altri bambini. Abbiamo salutato gli amici in Italia ma li sentono regolarmente attraverso telefonate o videochiamate e adesso in estate ci verranno a trovare. Vivere in barca non significa sacrificare le relazioni con i coetanei o rinunciare alla socializzazione, anzi!
Nina ha voluto frequentare la scuola qui a Formentera per imparare una nuova lingua e conoscere altri bambini. Timo ha frequentato per un periodo la scuola materna; Iago, invece, segue insieme a noi il programma di homeschooling, e per gli esami di fine anno facciamo riferimento alla sua scuola in Italia.
Vivere su una barca a vela non è sinonimo di isolamento, anzi. Qui a Formentera abbiamo conosciuto tantissime persone, e ci siamo sentiti da subito ben accolti nella comunità.
Quando ci si sposta poi, si conoscono altri velisti con i bambini (oggi attraverso i gruppi social e i siti dedicati è semplicissimo).
Ci si incontra nelle varie tappe e si fanno pezzi di navigazione insieme, i bambini stringono solide amicizie, ci si invita reciprocamente in barca.
La comunità dei velisti è come una grande carovana in giro per il mondo, che costruisce legami e si da appuntamento di paese in paese, in luoghi sempre diversi”.
Poche cose, spazi piccoli
“Devo ammettere che vivere in uno spazio ristretto come quello di una barca a vela non è sempre semplice e a volte mi sembra di vivere perennemente nel disordine, ma cerchiamo di fare il nostro meglio per organizzare al meglio gli interni.
Per vivere insieme questa esperienza è necessario seguire alcune regole base, essere organizzati, collaborativi ma soprattutto avere un grande spirito di adattamento.
Ovviamente abbiamo portato con noi solo l’essenziale, ma i bambini hanno davvero tutto ciò che serve e che avrebbero avuto anche a casa, solo in quantità ridotte.
Il motto di partenza è ‘un poco di tutto’: quindi hanno qualche gioco, libri e materiale per scrivere e disegnare. Adorano i playmobil e a casa ne avevamo 9 scatole: non potevamo rinunciarci, così in barca ne hanno portate 3.
Avere a disposizione meno cose stimola la loro creatività: mia figlia non poteva portare la casa di Barbie (troppo grande) ma ne ha ricostruita una artigianale fatta di cartone, davvero bella e creativa, ma più piccola e adatta agli spazi ridotti della barca”.
Nessuna meta, nessun programma
Presto Sara, Stefano, il cane Pepper e i tre ragazzi saluteranno Formentera in direzione Gibilterra per entrare nel grande Oceano Atlantico e buttare l’ancora alle Canarie aspettando gli Alisei per attraversare l’Atlantico.
“Non sappiamo quando e se torneremo in Italia, a oggi non abbiamo previsto una durata del viaggio o una data di rientro.
E’ una nuova concezione di vita in tutto e per tutto, lontano dagli schemi fatti di date, tempi e programmi.
Con il patrocinio dell’INFN – Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – abbiamo installato un laboratorio galleggiante sulla nostra barca a vela. Monitoraggio energetico, divulgazione scientifica, uso intelligente delle risorse, lotta agli sprechi e sensibilizzazione al rispetto ambientale caratterizzano la nostra barca da subito.
Oltre a questo abbiamo avviato alcuni progetti ambientali inerenti alla vita in mare, alla raccolta di plastiche e alle energie rinnovabili organizzando incontri a distanza nelle scuole.
Per il momento vogliamo viaggiare, esplorare, fare nuove esperienze, occuparci dell’educazione dei nostri figli. Tutto questo sempre inventandoci nuovi lavori per sostenerci.
Oltre a occuparmi dei ragazzi, della scuola, della barca e di questi nuovi progetti, ho ripreso anche il lavoro che avevo in Italia, che è praticabile a distanza.
L’unica certezza che abbiamo è che a breve lasceremo Formentera, che quest’anno è stata, inaspettatamente, la nostra casa.
Il nostro diario di viaggio ha tante pagine bianche tutte da riempire, è questo che ci emoziona e ci rende felici”.
Per continuare a seguire le avventure: shibumi.it
Navigare con i bambini: tutto quello che c’è da sapere
Nel 2024 Sara Rossini pubblica finalmente il libro “Mamma e marinaia. La nostra storia con tre bambini in barca“, un must have per tutte le famiglie che desiderano vivere nuove avventure a bordo, offrendo una valida guida per trasformare ogni viaggio in mare in ricordi indimenticabili.
“Dopo vent’anni di navigazioni, di cui sedici con bambini a bordo, ho deciso di condividere la mia esperienza raccontando tutto quello che c’è da sapere prima e durante l’avventura in mare con i più piccoli, descrivendo anche il percorso che ci ha portati a questa scelta di vita, inclusi successi e fallimenti”.
Pagine ricche di consigli pratici per chi desidera navigare con i più piccoli, dalla sicurezza a bordo, alle rotte migliori da seguire, la valigia perfetta, senza dimenticare l’importanza del viaggio sostenibile.
In un avvincente racconto della sfida alle convenzioni, Sara affronta il sensibile tema del cambio vita, regalando al lettore pagine preziose e di grande ispirazione per chiunque sogni una vita fuori dagli schemi.