Gentile avvocato, sette anni fa ho avuto un bimbo dal mio ex-compagno. È sempre stato un padre presente dal punto di vista affettivo, ma non ha mai contribuito al mantenimento del figlio perché spende i suoi soldi nel gioco. Quattro anni fa ho troncato la relazione, dopo aver tentato di tutto per convincerlo ad assumersi le responsabilità di padre e di compagno. Ora ho conosciuto un uomo che amo, che mi vuole sposare e pure darmi un lavoro (al momento lavoro solo tre giorni la settimana, per mancanza di alternative). Vorrei andare a vivere con lui, ma abita lontano e il padre biologico non potrebbe più vedere il piccolo con la frequenza di adesso, perciò mi ha detto che non mi permetterà di portargli via il figlio e che non intende viaggiare per poterlo incontrare. Dal punto di vista legislativo può sottrarmi il bambino se io mi allontano dal paese?
La ringrazio anticipatamente. Una mamma preoccupata
Gentile mamma preoccupata, per darle una risposta precisa dovrei avere informazioni più dettagliate circa il tipo di trasferimento (per intenderci: se intende rimanere in Italia o recarsi all’estero). Da quanto scrive, mi pare di intuire che lei e il suo ex compagno abbiate mantenuto buoni rapporti e gestito l’affidamento del bambino tenendo in primaria considerazione i suoi interessi.
In vista di un suo trasferimento in altra città, tuttavia, è possibile che il padre si rivolga a un giudice per ottenere una pronuncia circa l’affidamento del bambino, in modo da farsi individuare come genitore collocatario. Il Tribunale, generalmente, tende a non approvare il distacco dei minori dal loro ambiente, in quanto si suppone che abbiano intessuto dei legami affettivi con il luogo di origine oltre ad avervi i propri principali interessi, come la scuola; inoltre, è ragionevole supporre che la residenza nella stessa città del padre abbia favorito il mantenimento del rapporto con detto genitore. La giurisprudenza, pertanto, predilige l’affidamento al genitore che assicuri al figlio la permanenza nel luogo ove è cresciuto e comunque il giudice decide sempre tenendo in considerazione esclusivamente l’interesse del minore. Tuttavia, questi sono solo principi generali, che vanno poi applicati caso per caso: dovessero ricorrere ragioni che possano giustificare la sua decisione (ad esempio un’offerta di lavoro), l’istanza di trasferimento potrebbe avere maggiori probabilità di essere accolta. Il mio consiglio, per non incorrere in inutili e dolorose discussioni con il suo ex compagno (si sa che alla fine ci rimettono sempre e solo i figli, purtroppo), è di rivolgersi al Tribunale dei Minori che, valutando il caso, deciderà cosa è meglio per il bambino.