Venezia è un sogno sempre. Senza auto, a piedi o in vaporetto, questa città indimenticabile ha bisogno di qualche consiglio per una visita con i bambini
La Laguna, le cupole di San Marco, le barche al posto delle auto, le passeggiate tra le calli: Venezia per i bambini è davvero come una gita al luna park. Ma questa città imprescindibile non è facilissima da visitare e serve qualche consiglio per viverla bene.
Senza passeggino
Ci si sposta rigorosamente a piedi, oppure in traghetto o in gondola. “Mamma, ma ci sono un milionecinquecentomila ponti!”, ha detto mia figlia affacciata su uno dei canali. Sì, i ponti, quasi tutti con gradini da salire e scendere: per questo portare il passeggino a Venezia è scomodo. Decisamente meglio, se il peso e l’età lo consentono, un marsupio, una fascia o il manduca per muoversi liberamente.
A Venezia non circolano automobili e con i bambini la differenza si sente. Possono giocare per le strade e nelle piazzette. Il pericolo più grande? Perderli in mezzo ai turisti! Ma basta uscire un pochino dai percorsi obbligati per trovare stradine tranquille e meno caotiche dove farli scorrazzare in libertà.
L’itinerario da cartolina
Una volta scesi dal treno alla stazione di Venezia Santa Lucia (o arrivati su ruote a Piazzale Roma, diviso dalla stazione dal ponte di Calatrava) il tour comincia incamminandosi verso la cartolina, piazza San Marco, l’inevitabile centro di gravità da conservare negli archivi fotografici di famiglia, con i bambini che corrono dietro ai colombi e con i colombi che corrono dietro al mais più caro del mondo. Non compratelo, perché è vietato e si rischia una multa salata. La città combatte da anni contro questi animali che causano problemi sanitari e rovinano gli edifici storici.
Qui si trova la Torre dell’Orologio, Palazzo Ducale e la Basilica con i mosaici d’oro. L’ingresso è gratuito ma la fila per entrare può essere lunga. Non fatevi scoraggiare e salite sulla Loggia (a pagamento) per godere di una vista meravigliosa.
La città di Hugo Pratt
Nel sestiere di San Marco (per chi non lo sa, a Venezia ci sono sestieri e non quartieri), che insieme a San Polo è il nucleo più antico della città, inizia il gioco infinito del perdersi e ritrovarsi, infilare la calle senza uscita, cercare il ponte sul rio senza usare la mappa, che qui tanto non serve (nemmeno Google Maps) tanto sottile e intricata è la topografia veneziana. Meglio affidarsi alla poesia e alla magia e perdersi in una storia di Corto Maltese. Hugo Pratt, veneziano, citava nelle sue storie luoghi reali a cui cambiava nome per renderli ancora più fantastici. Giocate con i piccoli a una caccia al tesoro alla ricerca del campiello più misterioso e conosciuto, citato proprio dal grande disegnatore: la Corte Sconta detta Arcana.
Il ponte di Rialto e il mercato
Tra San Marco e Campo San Polo, le piazze più grandi di Venezia, c’è Rialto e ai suoi piedi l’imperdibile mercato del pesce dove i veneziani prevalgono numericamente sui turisti. Da Rialto scendiamo a sud verso Campo Manin e facciamo due deviazioni. In Calle della Vida andiamo a vedere la scala a chiocciola di Palazzo Contarini del Bovolo (il bovolo è la chiocciola, in veneziano).
L’altra deviazione ci porta al Museo Fortuny, in Campo San Beneto (Benedetto, per noi foresti), nel palazzo che prende il nome dall’ultimo proprietario, il catalano Mariano Fortuny y Madrazo, artista eclettico, pittore, scenografo, stilista, designer e inventore. Inserito nel circuito museale veneziano ci porta in un’atmosfera di altri tempi.
La Collezione Guggenheim
Da Campo San Beneto si riprende il cammino verso sud, Campo Sant’Angelo e Campo Morosini. La corsa dei ragazzi liberati dalla preoccupazione del traffico automobilistico, ci porta al Pone dell’Accademia e da lì a Palazzo Venier dei Leoni, sede della collezione Guggenheim nel sestiere di Dorsoduro. La collezione espone i pricipali maestri dell’arte figurativa del XX secolo, ma soprattutto organizza i Kids Day, per “introdurre i piccoli visitatori all’arte moderna e contemporanea”.
Ancora pochi metri e siamo alla Salute, o meglio alla basilica di Santa Maria della Salute, costruita ex voto per la liberazione dalla peste del 1630, che fece ottantamila morti nella sola Venezia. È il regno del Barocco. Oltre la Salute c’è Punta della Dogana e un panorama su San Marco che difficilmente potrebbe essere più romantico.
La Biennale anche per bambini
Se si vede Venezia come un pesce, sestiere Castello è la sua coda. È l’estremità più lontana dalla Stazione Santa Lucia o dal Ponte della Libertà, porte di ingresso alla città se si arriva dalla terraferma. Qui si tiene, negli anni dispari, la Biennale di Venezia, un’attrattiva in più dove è bello perdersi, tra le sale d’armi dell’Arsenale e i Giardini, oppure in città alla ricerca di opere d’arte sparse nelle calli e nei campi della laguna.
Una pausa dai canali
Se di ponti e canali ne avete visti in abbondanza, ci sono tre gite comode e baby friendly. In zona Santa Elena ci sono dei lunghissimi giardini con diverse aree attrezzate per i bambini. La vista è mozzafiato anche per gli adulti. Ci si arriva da San Marco percorrendo tutta la riva che costeggia la laguna. Oppure prendendo uno dei traghetti del trasposto pubblico sia dalla stazione che da San Marco, si può arrivare al Lido e passare una giornata in spiaggia. Un’escursione affascinante e curiosa per i più grandi può essere a Murano e Burano, a vedere come avviene la lavorazione del vetro. Tantissime le escursioni organizzate verso le isole.
Per pranzo il bacaro
Uno dei modi per conoscere Venezia è quello di frequentare i tanti “bacari” che ancora resistono tra negozi di souvenir e ristoranti turistici. I bacari sono le tipiche osterie veneziane, dove bere un bicchiere di vino e mangiare cicheti (spuntini). I bacari sono caratterizzati da pochi posti a sedere: si consuma al bancone. La filosofia è quella delle tapas spagnole: bere un bicchiere e mangiare qualcosa in piedi: sedersi è peccato. Se questa è un’esperienza autentica veneziana, può essere un po’ meno confortevole per i bambini. Non rinunciate alla sosta in un bacaro, ma sceglietene uno spazioso o vicino a una stradina o una piazzetta dove troverete qualche gradino su cui i piccoli potranno riposare.
Come un otto volante
Esiste un Luna Park senza giostre? Assolutamente no e a Venezia non potete negare ai bambini un giro… tra i canali! Il tradizionale tour in gondola è caro, ma se volete provarla usatela per attraversare il Canal Grande. Ci sono diverse stazioni di attraversamento e il passaggio in una gondola tradizionale costa poco meno di un euro.
Se poi desiderate sapere tutto della storia di queste tradizionali imbarcazioni e su come si costruiscono, potete visitare uno squero, cioè un cantiere. Non è facilissimo perché non ne sopravvivono più di cinque. Quello di San Trovaso, in prossimità dell’omonimo campo a Dorsoduro vi permetterà di vedere i maestri d’ascia ancora all’opera.
Col vaporetto in Laguna
Altro modo per visitare i canali, meno romantico ma comunque entusiasmante, è in traghetto. I bambini non pagano e il biglietto per gli adulti costa meno di dieci euro. Sono tantissime le linee e i tragitti: la traversata del Canal Grande è sicuramente la più suggestiva. Con lo stesso prezzo si può fare una gita di un’ora attraverso tutta la laguna, fino a Chioggia, la piccola Venezia che sfoggia un leone alato così piccino da essere chiamato “el gato”, il gatto. In laguna si incontrano isole, barene (zone di terreno a pelo d’acqua), bricole e paline (pali conficcati nel terreno per orientarsi ed evitare di arenarsi), allevamenti di vongole e palafitte di pescatori.