Gentile dottore, andiamo spesso in piscina, d’inverno a fare i corsi di nuoto, d’estate all’aperto. Mio marito insiste che tutti dobbiamo portare sempre le ciabatte, ma a me sembra una inutile precauzione: in fondo l’acqua della piscina contiene cloro e chissà quali altri disinfettanti e secondo me usciamo più puliti di quando siamo entrati.
Brunella
Cara Brunella, portare le ciabatte in piscina non è inutile, perché la presenza di molte persone, la temperatura elevata e l’umidità creano un ambiente favorevole a funghi e verruche. L’uso delle ciabatte serve per limitare il contagio, che avviene soprattutto quando il sistema immunitario è più debole: per questo motivo funghi e verruche colpiscono in genere zone del corpo dove ci sono screpolature cutanee. Le persone che hanno fatto un uso prolungato di antibiotici o di farmaci che contengono cortisone sono più soggette a infezione. Le micosi si manifestano in modi diversi. Le parti attaccate tendono a cambiare aspetto, la pelle può presentare chiazze bianche o rossastre, bolle o crosticine. Le unghie possono diventare gialle, secche, fragili e con la superficie irregolare. A volte si sente un prurito localizzato nella zona colpita, a volte anche bruciore. Per curare le micosi si ricorre a specifiche pomate da usare dietro prescrizione medica. Altro rischio da piscina sono le verruche, un’infezione causata da un tipo particolare di papilloma virus, che colpisce soprattutto ragazzi tra i 12 e i 16 anni. Possono attaccarsi a dita, dorso delle mani e pianta dei piedi. La trasmissione avviene attraverso il contatto con verruche di altre persone o attraverso le squame delle verruche che cadono in zone umide come appunto le piscine, ma anche le saune o gli spogliatoi delle palestre. Le verruche sono contagiose, ma non sono fastidiose, a meno che non si trovino in punti del piede in cui danno fastidio. Sono tuttavia riconoscibili perché si vedono e sono antiestetiche: si presentano come escrescenze carnose di grandezza variabile, generalmente dure, con la superficie rugosa e arrotondata di colore giallo o bruno. Una volta si bruciavano, adesso esistono preparati che cercano di eliminarle, ma in genere recidivano e si ripresentano. Generalmente passano da sole, però ci impiegano diversi mesi a ‘maturare’ e andare via.
La mia bambina di 10 anni lamenta ogni tanto arrossamenti e pruriti nella zona genitale. D’estate succede più spesso del solito. Non vorrei usare medicinali, perché è solo un fastidio e la pediatra ha già escluso più volte che si tratti di una infezione da batteri o altro.
Cara lettrice, le irritazioni vulvari nelle bambine possono derivare da uno sfregamento meccanico: pantaloni troppo stretti, biancheria colorata e sintetica, sudore. Anche la sabbia di mare gioca brutti scherzi, soprattutto se il costume è bagnato e sta addosso tutto il giorno. Per non usare prodotti farmaceutici, si può fare un bidet di acqua tiepida con un cucchiaio di bicarbonato in polvere e due gocce di olio essenziale di Tea Tree (maleleuca). È un rimedio efficace, che non brucia e dà una grande sensazione di freschezza. Si asciuga delicatamente ed è possibile usare poi una crema a base di elicrisio, una pianta che ha un potere antinfiammante e non dà fastidio anche se la pelle è arrossata. È bene anche che i bambini indossino biancheria intima bianca o neutra in puro cotone.