Sono un papà di 38 anni e mi piace giocare ai videogiochi. Non posso negare che diano una sorta di assuefazione: divertono e sono una forma di intrattenimento spettacolare. Il problema è che io per primo non so fermarmi e ora che i miei bambini cominciano a giocare, la cosa si fa preoccupante. Ci sono diversi tipi di giochi, questo è vero, alcuni sono solo divertenti ed educativi, ma ci sono anche quelli che non fanno altro che sparare e ammazzare. Trovare l’equilibrio tra la vita reale, l’educazione, il lavoro e il divertimento è la chiave giusta per non rinunciare a nulla. Lei che ne pensa?
Il gioco è un’attività fondamentale degli esseri umani, bambini e adulti. Giocando il bambino sviluppa il movimento e l’esplorazione, apprende schemi di comportamento, sviluppa la fantasia e la logica, scopre che esistono regole e ruoli, impara a gestire le sue emozioni e a stare in un gruppo. E, ovviamente, si diverte. Nell’adulto rimane il piacere di giocare, magari un po’ mascherato nell’attività sportiva, negli hobby o negli interessi artistici. I videogiochi, negli ultimi anni, sono entrati nella vita di grandi e piccoli, rappresentando una grande attrattiva e sostituendo gli altri tipi di gioco. Non vanno demonizzati, semplicemente bisogna prendere atto che possiedono tutte le qualità dei giochi tradizionali con qualche rischio in più.
Innanzitutto “è difficile fermarsi”: di solito il videogioco assorbe l’attenzione, magari nella solitudine e nel silenzio e le ore passano senza rendersi conto, fino a trasformarsi in qualche caso in una vera dipendenza psicologica. La sedentarietà può provocare problemi, dal mal di schiena al sovrappeso, ma il rischio maggiore è l’isolamento sociale, la rinuncia o la perdita di interesse per i contatti con gli amici e i familiari. La videomania può essere la causa di un aumento della litigiosità tra fratelli (se non altro per il predominio del videogioco stesso!) o tra coniugi, così come è causa di stati di irritabilità e insonnia. E poi ci sono gli “argomenti di gioco”: dato il potere di catturarci e di farci perdere la distinzione tra reale e virtuale, qualcuno potrebbe non fare neppure caso se si spara tutto il tempo o se sono presenti immagini volgari. Attenersi ad alcune semplici regole aiuta i bambini a trovare la regolarità e a giocare senza timore. Innanzitutto al videogioco va dedicata solo una piccola parte del tempo libero (non più di un’ora al giorno, con delle pause in mezzo). Bisogna privilegiare in tutte le occasioni le attività reali, cioè gli incontri con gli amici, il gioco tradizionale e la vita all’aria aperta. Mai rinunciare ad altri impegni, mai rimandare i pasti o il sonno. Sono da preferire i giochi di gruppo o di squadra, che stimolano competitività e cooperazione. Un buon compromesso è giocare insieme adulti e bambini: in questo modo la sorveglianza diventa partecipazione e ci si diverte insieme.