Si chiama “Scelta sociale” la nuova misura della Regione destinata a rivoluzionare il mondo dell’assistenza socio-sanitaria piemontese con l’erogazione di un buono da 600 euro al mese per due anni, rinnovabili, a sostegno delle famiglie con anziani o disabili non autosufficienti. Per finanziarla la Regione impegna 90 milioni del Fondo sociale europeo, 45 per il sostegno economico per l’inserimento in strutture residenziali socio-sanitarie e 45 milioni per l’acquisto di servizi di cura e assistenza domiciliare.
Un supporto concreto
“Un provvedimento rivoluzionario”, lo ha definito il presidente Alberto Cirio nel corso della presentazione, precisando che “non stiamo annunciando, stiamo investendo e spendendo soldi veri, che abbiamo a disposizione e che per la prima volta stanziamo per una misura di questo tipo. Un risultato ottimo che va nella direzione di aiutare le famiglie che hanno anziani o disabili in casa o nelle strutture, ma anche le stesse strutture a far sì che gli ospiti abbiano le risorse per pagare le rette”.
“Continuiamo a mettere a frutto ciò che ho imparato negli anni di lavoro a Bruxelles – ha proseguito Cirio – e aver ottenuto 90 milioni di euro da mettere a disposizione delle famiglie di persone non autosufficienti e disabili gravi per noi è estremamente importante, perché ci permette di dare a queste famiglie un supporto concreto. E credo che questo sia il dovere che noi abbiamo per non lasciare nessuno indietro”.
“Il tema – ha dichiarato l’assessore al Welfare Maurizio Marrone – è la libertà di scelta della famiglia, che potrà decidere quale contributo richiedere. Sarà anche un impulso al lavoro degli assistenti familiari e un incentivo all’emersione del nero. Con questi 90 milioni di fondi europei, che aggiungiamo a quelli già a bilancio regionale, mettiamo sulla non autosufficienza oltre il doppio di quanto non abbiano mai stanziato le Giunte precedenti. La misura interesserà coloro che attualmente non accedono ad alcun tipo di contribuzione pubblica a sostegno di questi servizi, come ad esempio gli accreditati Rsa non coperti da convenzione, oppure tante famiglie con disabili gravi a casa. Essere al loro fianco è un nostro dovere in questo momento di crisi economica e sociale. Basti pensare che a fronte degli annunciati aumenti di retta nelle Rsa, dovuti ai rincari, che dovrebbero assestarsi tra i 600 e i 2.000 euro annui, attraverso la nostra misura metteremo nelle tasche dei beneficiari 7.200 euro all’anno per due anni”.