Cinque regole d’oro per migliorare il sonno dei bambini

Mettiamo da parte gli schemi rigidi ma non disperiamo: le piccole strategie per migliorare il sonno dei bambini, e anche dei genitori, esistono

Dormire bene è importante come nutrirsi e respirare: senza il giusto riposo, nervosismo e ansia si impossessano di tutta la famiglia. Eppure dormire notti intere serenamente non sempre è possibile quando i bambini sono piccoli.

In particolare, durante il primo anno è un problema ingestibile, ma esistono strategie che vale la pena adottare, con la consapevolezza che ogni famiglia è diversa e che non si tratta di regole rigide ma solo linee guida adattabili alla situazione.

I primi quaranta giorni: nessuna regola!

Le prime notti sono le più delicate e il risveglio frequente del bebè è fisiologico: si sveglia per istinto di sopravvivenza e scopre con il passare del tempo di avere accanto delle persone che si prendono cura di lei o lui.

In questo periodo ci sono davvero poche regole da seguire, se non quelle dettate dall’istinto e ovviamente riposare in ogni momento possibile, anche durante la giornata.

Finita questa prima fase di sconvolgimento, si può iniziare a sperimentare.

I micro-risvegli

Sì, può capitare che i neonati dormano per quasi tutta la notte. Ma, mettiamocelo in testa, è raro e non è la regola quando sono piccolissimi. E non fissiamoci sul fatto che la figlia dei nostri amici dorme 6 ore di fila da sempre e che le nonne erano capaci di farci dormire per dieci ore già in culla (o almeno, questo è quello che dicono di ricordare).

I cicli del sonno vanno dai 50 minuti dei neonati, ai 90-120 per gli adulti. È un dato di fatto e dobbiamo esserne consapevoli. Per i piccolissimi, questi cicli sono legati all’esigenza nutrizionale prima e al bisogno di essere contenuti e rassicurati poi. Conoscere la fisiologia del sonno è un buon punto di partenza per riuscire a gestirlo e fare i conti con le proprie aspettative.

Sentirsi sicuri e protetti

Il sonno di tutti gli essere umani è composto da cicli alternati. Ma mentre gli adulti, durante i micro-risvegli, si girano semplicemente dall’altra parte, per i piccoli questi risvegli coincidono spesso con uno spavento. Ogni bambino o bambina può imparare a sentirsi al sicuro durante, a non spaventarsi e riaddormentarsi. Ma è compito del genitore riuscire a trasmettere questo senso di protezione.

Risvegliarsi nello stesso posto

Seguire una routine ogni sera costante, quando possibile, contribuisce alla sensazione di sicurezza e protezione. Ovviamente ogni famiglia ha le sue abitudini, quindi lasciamo da parte gli schemi prefissati e teniamo conto delle nostre esigenze e ritmi.

Il micro-risveglio è meno brusco e spaventoso quando accade nello stesso luogo in cui ci si addormenta. Che sia il letto della mamma o il proprio, ritrovarsi nello stesso luogo li fa sentire protetti. Le circostanze (o la disperazione!) spesso portano a saltare questa regola con l’addormentamento tra le braccia: ma vale la pena provare alternative e osservare i piccoli miglioramenti.

Complicità e istinto

La rassicurazione nell’addormentamento implica accortezze pratiche ma anche legami affettivi di attaccamento. Capita spesso che la figura paterna emerga solo quando la mamma è troppo stanca, quasi come ultima salvezza. Invece è bene che la cura sia condivisa dalla coppia genitoriale, sin dai primi giorni. Comunicazione e confronto sono ingredienti fondamentali per creare un clima disteso, e i piccoli devono sentirsi al sicuro con entrambi.

Informarsi e leggere è importante, ma non facciamoci confondere dalle correnti estremiste sul sonno, che vanno dallo spietato Estivill al modello di co-sleeping a tutti i costi, e che ci trasmettono ansia e che ci fanno perdere di vista la questione fondamentale: trasmettere fiducia e sicurezza.

Ascoltiamo le nostre sensazioni e seguiamo il nostro istinto: come ci fanno sentire le strategie e i consigli che ci arrivano dall’esterno? Se non fanno per noi, cerchiamo alternative.

Qualche consiglio pratico

In conclusione, teniamo conto anche di alcune “accortezze tecniche” che possono fare la differenza quando sperimentiamo le nostre strategie.

Prima di tutto prediligere una giusta alimentazione, che deve essere leggera e digeribile nella fase serale.  E poi: riconoscere i segnali di stanchezza e assecondarli prima che si trasformino in irritazione e diventino nemici del sonno.

Evitare fonti di luce – tra cui cellulari, TV e altri dispositivi – nell’ora che precede la nanna. Predisporre un ambiente adatto: la temperatura ideale dell’ambiente si aggira attorno ai 18 gradi ed è meglio non esagerare con le coperte.

E vi auguriamo lunghe notti serene!

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