Per milioni di bambini e ragazzi, autunno vuol dire ritorno in classe. Un momento da celebrare con gioia, ma non in tutto il mondo
Nuovi pennarelli colorati. Un ampio assortimento di quaderni a righe e a quadretti. Righelli, squadrette e zainetti coi personaggi dei nostri cartoni preferiti. Tutti ricordiamo l’emozione del primo giorno di scuola. Tuttavia, il primo giorno non è solo questione di zaini colorati, grembiuli e libri da imparare a leggere. È sempre stata una questione di rinnovate opportunità. Possibilità. Speranze. Un anno scolastico che comincia e che questa volta rappresenta davvero l’occasione di un nuovo inizio, di un futuro tutto da scrivere. Un futuro che ogni bambino merita di vivere appieno. Ma nei lunghi mesi di pandemia i bambini sono rimasti ai margini. In tutto il mondo, molti governi si sono semplicemente limitati a sospendere ogni attività scolastica e formativa, anziché favorirne la frequenza in sicurezza.
Una grave emergenza formativa
Se per i bimbi e i ragazzi che vivono in Italia tutto sembra ricominciare per il verso giusto, nei Paesi più poveri la realtà è drammatica. L’abbandono della scuola, unita alla miseria in cui vivono troppe famiglie, ha causato un grave aumento di lavoro minorile, matrimoni forzati e altre forme di abuso. È di sicuro l’emergenza formativa più grave della storia moderna: a milioni di piccoli in povertà è negato il diritto allo studio.
In tutto il mondo, solo il 16% DEGLI STUDENTI partecipa a forme di istruzione a distanza attraverso tecnologia radio.
Globalmente, 3 STUDENTI SU 4 che non accedono alla didattica a distanza vivono in zone rurali o appartengono a famiglie povere.
Dati UNICEF
Tutti abbiamo imparato a conoscere pregi e difetti della didattica a distanza – la temutissima DAD. Bambini e adolescenti, davanti a uno schermo, costretti a un nuovo modo di fare scuola. Ma nei villaggi più poveri del mondo, dove computer e connessione internet sono solo un miraggio, come garantire l’istruzione ai bambini più bisognosi?
Garantire l’istruzione anche in contesti difficili
Una testimonianza ci arriva direttamente dal Togo, grazie all’intervento di Compassion, associazione attiva nel Paese dal 2008. “Ogni mattina, mi sveglio con la consapevolezza di dover lottare per i bambini dimenticati. Dedico le mie energie ai bambini invisibili, ai quali nessuno pensa, affinché possano studiare anche durante la pandemia” – sono le parole di Silvestre, insegnante in queste aride distese africane. È un uomo che conosce il potenziale dei suoi bambini e che ricorda i primi, difficili, giorni dopo l’apertura di un centro per l’infanzia nel suo villaggio. “Molti genitori erano diffidenti, per loro i bambini sono semplicemente forza lavoro necessaria per la sopravvivenza della famiglia. Nel tempo, grazie alle nostre attività educative, anche i più scettici hanno compreso che l’istruzione è fondamentale per cambiare il futuro dei figli”. Ma l’arrivo della pandemia sembrava aver bloccato ogni progresso. Tuttavia, Silvestre non si è dato per vinto: “Insieme agli altri volontari del centro, abbiamo cercato una soluzione affinché i bambini non abbandonassero gli studi”.
Anche i genitori possono unirsi
Dopo aver acquistato semplici radio con chiavette USB e registrato audio-lezioni, hanno incoraggiato i bambini a riunirsi in piccoli gruppi, per imparare insieme. All’aperto, in cortili polverosi e seduti su semplici sedie di plastica, i piccoli sono felici di tornare a imparare. Un nuovo modo di studiare, grazie al quale nessuno di loro trascura la scuola. Un aspetto positivo delle lezioni registrate è che anche i genitori e altri bambini possono ascoltarle, unendosi e partecipando con entusiasmo a un processo educativo il più ampio possibile.
“Sono felice di raccontare ciò che stiamo realizzando, è una gioia totale! Le lezioni che condividiamo coi bambini, soprattutto quelle sullo sviluppo socio-emotivo, hanno riunito gli abitanti del villaggio e stanno portando cambiamenti positivi”, racconta Silvestre, col sorriso sul volto.
Per sostenere il lavoro di Compassion a favore dell’istruzione infantile: www.compassion.it