Mass media, farmacie, nutrizionisti, amici e parenti: tutti dispensano consigli su quanto sia importante, specialmente in gravidanza, integrare l’alimentazione con vitamine e minerali. In passato si diceva che la futura mamma doveva mangiare per due, oggi che deve fare uso di micronutrienti sintetici. È indubbio che le vitamine e i minerali debbano essere assunti, ma come e dove? E soprattutto, da che fonti? È facile credere che più ce n’è, meglio è, che l’eccesso non vada a compromettere l’equilibrio del corpo, che non ci sia differenza fra l’assunzione attraverso il cibo o attraverso gli integratori. Cosa dicono le evidenze scientifiche? Si sa per certo che l’integrazione vitaminica non va consigliata in modo automatico. Nelle persone sane ci sono scarse evidenze sulla sua utilità. In caso di problematiche di salute può essere un buon supporto. In generale un’alimentazione equilibrata, varia e stagionale dona, da sola, tutto ciò che è necessario a una donna sana in gestazione e al suo bambino.
Pillole o cibo?
Qual è la differenza tra assumere i micronutrienti attraverso gocce, pastiglie o soluzioni orali, piuttosto che attraverso il cibo? In natura, le vitamine e gli oligoelementi si trovano in concentrazioni e in rapporto equilibrato con i cibi, in modo da essere assorbiti secondo le necessità dell’organismo. Negli integratori alimentari i micronutrienti sono frammentati, scissi e separati, tanto da alterarne l’energia vitale. Il nostro corpo sa trattenere dai cibi le sostanze di cui necessita. Se viene forzato ad assumerne, specialmente in forma concentrata, deve bilanciare in modo innaturale. La somministrazione di pura vitamina A, per esempio, può aumentare la richiesta di tutti gli altri elementi che in genere la accompagnano e contemporaneamente accrescere il senso di fame. Un organismo abituato ad assumere quantità eccessive di vitamine perde la capacità naturale di assimilare le sostanze in piccole dosi; non da ultimo, un eccesso di sostanze può creare un sovraccarico per gli organi adibiti all’eliminazione, con malfunzionamenti a livello intestinale, renale o cutaneo.
Il corpo è capace di nutrirsi
Qual è il messaggio che gli integratori passano alle donne in gravidanza? Un senso di carenza e di incapacità di nutrirsi. In gravidanza il corpo delle donne è sottoposto a cambiamenti fisiologici che hanno la funzione di nutrire il nascituro, tanto da far apparire “alterata” la valutazione dei parametri vitali. Cercare di correggere questi apparenti squilibri con vitamine, minerali o probiotici può inficiare il buon andamento della gravidanza: il corpo gravidico aumenta fisiologicamente la sua capacità di implementare le sostanze necessarie alla gestazione.
I più prescritti
Quali sono le sostante che vengono più frequentemente prescritte? Magnesio, ferro, fluoro, acido folico e multivitaminici in generale. Il magnesio ha la funzione, tra le altre, di regolamentare la contrattilità muscolare e promuovere le normali funzioni metaboliche. Si trova nei semi di girasole, nei fagioli di soia, nelle mandorle, frutta, pesce, farine e riso integrale, frutti di mare, legumi, vegetali a foglia verde e cioccolato. Una dieta ricca di latticini, alcool e carboidrati e povera di prodotti integrali può portare a un deficit nell’assorbimento per esempio. Poi c’è il ferro: in gravidanza si assiste a una emodiluizione fisiologica per aumentare il nutrimento al circolo fetale e prevenire la trombosi. Aggiungere ferro può influenzare negativamente questo processo naturale.
L’acido folico
Ormai è prassi comune la somministrazione di acido folico (0,4 mg al giorno prima del concepimento e nei primi tre mesi di gravidanza), perché alcuni studi evidenziano la diminuzione di malformazioni genetiche. L’acido folico deve il suo nome alla parola foglia, essendo presente in gran quantità nel mondo vegetale. Il 70% dell’acido folico può tuttavia perdersi nelle verdure fresche lasciate a temperatura ambiente nell’arco di tre giorni, così come nell’acqua di cottura o nell’esposizione al calore. Si trova nei fagioli, nelle germe di grano, nel lievito, nel tuorlo, nelle barbabietole, nel succo d’arancia e nel pane integrale. Anche il fluoro è un must have: molti dentisti ne consigliano l’assunzione alle donne in gravidanza e ai bambini per prevenire la carie, anche se numerosi studi dimostrano la dannosità di questa sostanza.
Le vitamine vere e proprie
Per quanto riguarda le vitamine, gli studi evidenziano che livelli elevati di vitamina A sono potenzialmente teratogeni (cioè possono causare malformazioni fetali). Cibi come il fegato possono contenerne alte concentrazioni e dovrebbero essere evitati. La vitamina D invece è essenziale per l’accrescimento scheletrico e la salute delle ossa e ha l’importante funzione di sopperire al fabbisogno fetale, specialmente nel terzo trimestre di gravidanza; per il 90% è prodotta grazie all’esposizione al sole. Da segnalare che in gravidanza una dieta vegetariana o a basso consumo di carne è stata associata a un aumentato rachitismo e osteomalacia.
E i probiotici?
L’ultima tendenza delle raccomandazioni riguarda l’assunzione di probiotici, ceppi batterici che aiutano i microrganismi già presenti nell’intestino, da non confondere con i fermenti lattici che sono batteri inattivi, non in grado di interagire con la flora intestinale. Il consiglio è di usarli solo nei casi in cui è alto il rischio di sviluppare allergie.
[Laura Sartorio – Ostetrica –Studio Ostetrico VitalArt]