Una buona notizia dal mondo alimentare: nel dicembre 2014 entrerà in vigore un nuovo regolamento che fa nuova luce sulle etichette degli alimenti scelti durante la spesa. L’etichetta sarà più facile da leggere? Le novità sono interessanti e alcune risultano particolarmente utili per i genitori. Il Regolamento 1169/11 è stato adottato dal Parlamento Europeo nel 2011, ma diventa ufficialmente operativo a partire dal 13 dicembre 2014. Molte industrie alimentari hanno già cominciato ad applicarlo su base volontaria; da dicembre di quest’anno sarà da seguire in modo obbligatorio. Il regolamento colma lacune e vuoti rilevati dagli stessi consumatori, a partire dall’evidenziazione degli ingredienti che possono essere a rischio per la salute fino alle difficoltà di leggere le etichette per i caratteri di stampa troppo piccoli.
Leggibilità dell’etichetta
Il carattere di stampa degli ingredienti non potrà più essere microscopico. Le indicazioni devono “essere facilmente visibili, chiaramente leggibili ed eventualmente indelebili. Non sono in alcun modo nascoste, oscurate, limitate o separate da altre indicazioni scritte o grafiche o altri elementi suscettibili di interferire”. Nello specifico, il font deve essere pari o superiore a 1,2 millimetri di altezza media.
Tabella nutrizionale
La tabella nutrizionale diverrà obbligatoria per la quasi totalità degli alimenti. Restano esclusi i prodotti freschi venduti sfusi, le erbe, le spezie e le farine. La lista degli ingredienti indica le sostanze impiegate durante la produzione alimentare (in ordine decrescente) e deve evidenziare chiaramente l’eventuale presenza di allergeni. Sarà possibile ricorrere al grassetto e alle lettere maiuscole per far risaltare la presenza di allergeni quali la soia, il latte, il glutine, le uova o la frutta secca. Non sono soltanto gli ingredienti che possono causare allergie a dover essere segnalati: anche i coadiuvanti tecnologici derivati da questi ingredienti andranno indicati. Il motivo di tanta attenzione è legato all’aumento costante di allergie alimentari degli ultimi anni. Secondo le recenti stime (Eaaci giugno 2013) ben 17 milioni di europei sono alle prese con allergie alimentari di varia natura. Il regolamento impone la possibilità di una lettura preventiva che il consumatore può e deve adottare per evitare le reazioni all’allergene.
Big Four
È giusto sapere che sino alla data di attuazione del regolamento, i consumatori potranno trovare sull’etichetta due informazioni nutrizionali diverse ma coesistenti. Su alcune etichette vi saranno informazioni dei cosiddetti “Big Four” cioè i quattro elementi (calorie, proteine, grassi e carboidrati). Altre etichette daranno informazioni più dettagliate, per esempio sulla tipologia e la quantità di grassi saturi, di zuccheri o di fibra alimentare. All’inizio del 2015 sarà imposta una maggiore uniformità grafica (anche se è già presente una deroga per permettere a tutti i produttori di essere “in regola” entro il termine del 2016).
Grassi vegetali
Con il nuovo regolamento scatta l’obbligo di dichiarare in etichetta quale grasso è stato utilizzato. Non sarà più possibile trovare l’indicazione ambigua e vaga: “grassi vegetali”. Le aziende sono tenute (e molte di esse hanno già iniziato a specificarlo su base volontaria) a definire che tipo di olio hanno introdotto nella ricetta di preparazione. Il famigerato olio di palma, che resta tra gli “oli vegetali” nutrizionalmente meno validi, ma più utilizzati dall’industria alimentare, uscirà pienamente allo scoperto.
Valore di riferimento
Un altro cambiamento è relativo alla “Gda”, acronimo che sintetizza le quantità giornaliere indicative per un corretto consumo alimentare (dall’inglese ”Guideline Daily Amounts”). In parole semplici indica la quantità giornaliera approssimativa di calorie e nutrienti necessaria a una dieta sana ed equilibrata per un adulto. Tale sigla sarà sostituita dal più veloce e semplice “Vr” ovvero “Valore di riferimento”.
Claim salutistici
Molta severità è emersa riguardo ai claim salutistici, ovvero quelle frasi presenti sulle confezioni che raccontano al consumatore i benefici derivati dall’acquisto e dal consumo dello specifico alimento. I claim non devono mai indurre in errori di interpretazione, devono essere chiari e di facile lettura, devono indicare l’uso corretto dell’alimento per trarne il maggior beneficio e devono avvertire se vi siano controindicazioni. Soprattutto non devono “imbrogliare” il consumatore creando una falsa illusione di benessere e salute legata al semplice consumo.
[Alessandra Mallarino – dietista, pedaogista]