Tre famiglie su quattro hanno riorganizzato il loro modo di fare la spesa: lo dice l’Istat nell’ultima indagine sui consumi alimentari in Italia. La causa è, ovviamente, la necessità di risparmio dovuta alla crisi. C’è chi compara i prezzi a caccia di sconti (il 53%), chi privilegia il formato convenienza (42%), chi compra quasi esclusivamente nei discount (39%) e chi riduce le quantità degli alimenti acquistati. Il 41,4% delle persone ha diminuito gli acquisti di frutta e verdura: è un problema, perché il rischio è un impoverimento della dieta. L’Inran, l’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, ha fatto un curioso esperimento. Dopo aver valutato i comuni errori alimentari, ha simulato l’acquisto dei prodotti necessari per seguire un regime dietetico corretto. Mangiando come si deve, senza alimenti sbagliati, una famiglia di 3 persone può spendere quasi il 20% in meno dell’anno scorso. “Abbiamo immaginato che la nostra famiglia campione consumasse fuori casa cinque pranzi a settimana – scrivono i ricercatori dell’Inran -. La scelta dei piatti è stata costruita privilegiando salute, prezzo e tempo di preparazione, perché oggi una discriminante fondamentale è la velocità con cui si cucina. La dieta nutrizionalmente corretta prevede 5 pasti al giorno,
il consumo quotidiano di 3 porzioni da 150 grammi di frutta a testa e di 2 porzioni di verdura o insalata. Abbiamo ipotizzato il consumo di un litro e mezzo di olio di oliva di buona qualità al mese e 3 litri di latte a settimana, oltre a caffé, pane, sale, zucchero”. I risultati? Tagliando alimenti scorretti come snack e merendine, riducendo le bevande, cioè vino, birra e bibite zuccherate, che secondo l’Inran dovrebbero essere consumate occasionalmente (mai superare 2 bicchieri di vino al giorno per gli adulti e due bicchieri di bevanda zuccherata a settimana per i minori), scegliendo tagli di carne non pregiati ma non per questo nutrizionalmente meno validi (il brasato o lo spezzatino non sono meno buoni dell’arrosto), aggiungendo legumi alla dieta, evitando assolutamente gli sprechi, una famiglia può risparmiare fino a mille euro all’anno.
Si va al mercato
Qual è il modo preferito per fare la spesa? Lo abbiamo chiesto ai nostri lettori. Dario, papà di due figli, va rigorosamente e sempre al mercato. “Sabato mattina. Andamento lento e toni rilassati, ma Chiara, la mia compagna, ha già opposto un netto rifiuto ad accompagnarmi nella spesa settimanale. Contratto rapidamente la divisione delle cure parentali: Andrea, il più grande, rimane a casa per finire i compiti; Giulietta, seconda elementare, viene con me al mercato. Abbiamo tempo e la giornata offre le condizioni ideali per una visita a Porta Palazzo. Scartiamo l’ipotesi di spostarci a piedi: il mercato all’aperto più grande d’Europa merita una spesa importante e il trasporto delle derrate, per una affamata famiglia di quattro persone, mi rovinerebbe il piacere della passeggiata. Lasciamo l’auto nel parcheggio a silos e raggiungiamo velocemente la tettoia dei contadini: i prezzi qui sono più alti, ma la merce è a Km 0 e i prodotti non appaiono omologati tra di loro, sembrano in grado di mantenere le specificità dei territori. Salutiamo il contadino che ha l’orto dietro casa dei nonni e compriamo la toma dal margaro che abbiamo visitato l’estate scorsa, in montagna. Attraversiamo la tettoia dell’orologio, uno dei mercati coperti: questo settore in particolare, con la sua varietà di merci, mi ha sempre dato la misura della ricchezza del luogo in cui ho la fortuna di vivere, sia in termini economici che culturali. Finalmente raggiungiamo lo spiazzo principale: i sensi vengono ininterrottamente colpiti dagli odori, dai colori, dalle voci, e con un po’ di faccia tosta posso toccare e assaggiare la frutta. Giulia fa domande a raffica sulle merci in vendita ma anche sul modo di esporle, talvolta ordinatissimo, talaltra caotico, volutamente debordante. Spesso si tratta di prodotti che arrivano da altre culture: frutta esotica, salumi rumeni, strane verdure cinesi che non sapremmo cucinare… Il discorso tra di noi si sposta velocemente sulle lingue, sulle fisionomie, sulle etnie che popolano il mercato. Previdente, ho portato uno zaino per stivare la spesa, ma ormai ho esaurito la capacità di carico di me stesso; un salto velocissimo alla tettoia del pesce, convinco a fatica Giulietta che dobbiamo rientrare e non abbiamo tempo di riconoscere tutte le specie esposte sul ghiaccio dei banconi. La strada del ritorno ci obbliga
a passare dal mercatino rionale, quello sotto casa. Certo, l’atmosfera non è inebriante come a Porta Pila ma, in piccolo, ritroviamo il piacere di valutare e scegliere prodotto e prezzo migliori, riconosciamo un’umanità meno variegata ma altrettanto ricca. Veloci torniamo a casa: dobbiamo cucinare per tutto il pomeriggio”.
Bio a domicilio
“Sono una mamma newborn” – dice Annalisa che da pochi mesi ha ripreso a lavorare a tempo pieno dopo la maternità -. “Sono molto attenta nella scelta degli alimenti, Giacomino sta continuando lo svezzamento e in questa fase della vita non possiamo lasciare le cose al caso. Mi piacerebbe avere tempo per girare i negozi ma non posso farlo sempre, così mi affido con grande gusto ai servizi di consegna a domicilio di prodotti bio e ai ‘supermercati diffusi’ che operano online. Ottima qualità, scelta bio e fresca, Km 0, spesso anche equo e solidale. Mi affeziono facilmente a chi mi porta la spesa a casa e sono una vera esperta in materia. Chi sono i miei preferiti? C’è Tacatì (www.tacati.it) che permette di ordinare frutta, verdura, carne, pasta e altri prodotti alimentari, ma anche detersivi, cosmetici e prodotti per la casa. È un supermercato a domicilio ‘diffuso’, che si appoggia a produttori del territorio, laboratori artigianali e negozianti tra Asti e Torino. C’è il negozio Linea Fresca in centro a Torino (www.lineafrescacongusto.com) che prepara buste miste di frutta e/o verdura a ottimi prezzi e fa la consegna a domicilio oltre che (straordinario aiuto dei primissimi mesi di vita del piccolo) occuparsi anche della pulizia e del lavaggio della verdura. Ci sono i Gac, cioè i Gruppi di Acquisto Collettivo della Provincia di Torino (www.movimentoconsumatori.to.it/gac), che permettono
di fare la spesa online e ritirare il pacco presso sedi convenzionate. Li ho conosciuti tramite GG e devo dire che oltre a essere simpatici ed efficienti sono anche convenientissimi. C’è Le Verdure del mio orto (www.leverduredelmioorto.it) che permette di impostare a inizio anno un orto virtuale che loro coltivano per te, spedendoti i prodotti una volta a settimana. Consiglio di sperimentare la “cesta di prova”. Sono tre fratelli organizzati e puntuali che hanno risollevato le sorti dell’azienda agricola di famiglia: non ci fossero stati loro con la loro inventiva, un pezzo di storia, cultura e varietà sarebbe andato perduto. Adesso aspetto l’arrivo a Torino di portaNatura (www.portanatura.it), che è previsto proprio questo mese. Anche qui spesa bio a domicilio e consegna delle ceste una volta a settimana. Vitamine e freschezza a portata di clic: la spesa online ha risollevato le sorti miserelle del nostro ex-frigo di coppia, trasformandolo in un vero frigo di famiglia”.
Al discount
“Sono sempre stata scettica sulla qualità dei prodotti all’hard discount” dice Eliana di Torino, mamma di tre figli che si definisce attenta ai prezzi suo malgrado. “Una volta però un’amica mi ha fatto notare che gli articoli bio del discount sono prodotti dalle stesse aziende che distribuiscono in altra veste grafica nei supermercati più noti. Al discount gli stessi prodotti hanno prezzi molto più bassi. Così mi sono convinta a metterci il naso. Ho iniziato, per l’appunto, dai prodotti bio, poi man mano abbiamo provato di tutto. Non ci riforniamo presso un’unica catena, ma distinguiamo per tipologia di prodotto. I biscotti da uno, i latticini da un altro, pasta e riso da un terzo. Per la frutta e la verdura continuiamo ad andare al mercato, per il resto la nostra spesa la facciamo ormai quasi totalmente lì. Ci siamo avventurati anche nel mondo ittico: il salmone e l’orata surgelati sono diventati un must delle ricette di famiglia! I due grossi punti a favore della spesa all’hard discount sono i costi dimezzati, a parità di volume di sacchetti (le prime volte, quando arrivi alla cassa, resti sorpreso, e in positivo) e la velocità (almeno nei punti vendita in cui vado c’è spesso poca gente, si gira in fretta, le casse sono quasi sempre libere). La gamma di prodotti non è molto varia, ma anche questo aspetto non è del tutto negativo. Ci sono poche cose ma tutte quelle essenziali. Alla fine non ti ritrovi il carrello pieno di cibi sfiziosi ma inutili”.
Al super, ma online
“Venerdì sera, ore 17, sono ancora in ufficio – scrive Alberto che è papà di una bambina –. “Al telefono mia moglie dice che non è riuscita a far la spesa. A metà tra la lusinga e la minaccia mi consiglia di provvedere alle necessità della famiglia, nel frigo di casa risuona l’eco delle nostre parole. L’insegna del supermercato spunta dalla finestra e mi suggerisce di raggiungerla in fretta. Il weekend è quasi rovinato, se non finisco il lavoro entro questa sera dovrò pensarci domani. A meno che… Invece di uscire a far la spesa decido di far venire lei da me. In un attimo apro il sito www.esselungaacasa.it, clicco il pomodoro e la spesa me la portano a domicilio, forse già stasera. Guardo cosa c’è: la varietà è ottima, i prezzi sono quelli del supermercato, non sempre vantaggiosi, ma le offerte non mancano. Non male i prodotti bio, un salto anche tra quelli etnici perché l’appetito ha bisogno di essere stuzzicato. Non manca nulla, sto correndo il rischio di abituarmi alla comodità e lasciare ulteriore spazio al lavoro. Il costo della consegna? Accettabile, considerato che il servizio può salvarmi il weekend. Devo dirlo alla mamma: per gli anziani la consegna costa la metà”.