Troppi zuccheri negli alimenti destinati alla prima infanzia. È quel che dice il Parlamento Europeo, che ha bocciato la richiesta di aumentarne la quantità (fino a tre volte di più). L’Organizzazione Mondiale della Sanità sull’argomento è categorica: il fabbisogno di energia quotidiana derivante dagli zuccheri non deve essere superiore al 10%. Un duro colpo per l’industria alimentare: poter inserire più zucchero vuol dire rendere il prodotto più gradito ai bambini e quindi più vendibile, ma questa volta si è scelto di puntare sulla salute. Come dice l’europarlamentare inglese Keith Taylor: “Il voto è stato un passo importante per garantire che le norme dell’Unione Europea in materia di alimenti per bambini siano progettate tenendo in considerazione la loro salute. Introdurre livelli così elevati di zuccheri contribuirebbe all’incremento dell’obesità infantile e finirebbe con l’influenzare le preferenze alimentari dei più piccoli”.
Lo zucchero e i suoi pericoli
Cosa sono gli zuccheri? “I carboidrati, cioè gli zuccheri, sono macronutrienti fondamentali nella nostra alimentazione – dice Alessandra Bosetti, dietista clinica ASST Fatebenefratelli – Sacco Milano, presidio Vittore Buzzi ospedale dei bambini -. Si possono suddividere in carboidrati semplici e complessi: i primi, zuccheri semplici, sono principalmente glucosio, fruttosio, saccarosio, lattosio; i secondi, zuccheri complessi, sono amido e cellulosa. I carboidrati dovrebbero costituire circa il 55 – 60% dell’apporto energetico quotidiano, secondo le indicazioni della dieta mediterranea. Di questi, una quota non superiore al 10% dovrebbe derivare da zuccheri semplici. I carboidrati semplici nell’alimentazione di tutti i giorni derivano da frutta, latte e derivati; i carboidrati complessi dai cereali, cioè pasta, riso e pane”.
Non è succo, è zucchero
Altri zuccheri semplici “non previsti” sono contenuti in merendine, prodotti industriali e bibite zuccherate. Assunti in dosi eccessive, si trasformano in pericoli per la nostra salute. “Ogni bevanda zuccherata contiene notevoli quantità di zuccheri semplici – continua Alessandra Bosetti -. Questi possono essere naturalmente compresi negli alimenti come la frutta, ma nella stragrande maggioranza sono aggiunti industrialmente per dolcificare. Quando si fa la spesa, bisogna prestare attenzione alle scritte ‘senza zuccheri aggiunti’ presenti su alcune bevande, come i succhi di frutta. Come già detto, la frutta contiene naturalmente zuccheri semplici, ma un conto è mangiare un frutto, ricco di microelementi e fibra alimentare in grado di modulare i picchi glicemici, un conto è assumerli concentrati in una bevanda. Molte persone credono sia un modo veloce ed efficace per consumare una porzione di frutta, tuttavia il 98% dei succhi sono concentrati e contengono moltissimo zucchero, più di quello presente nelle stesse quantità di Coca Cola”.
Rischio malattia
I rischi che si corrono sono molti: negli ultimi anni innumerevoli ricerche scientifiche hanno dimostrato che l’uso delle bevande zuccherate si correla a obesità, patologie cardiovascolari, diabete, dislipidemie e perfino ai tumori, senza parlare dei danni ai denti e anche alla pelle. Ma lo zucchero piace a tutti, persino ai neonati che non lo hanno mai assaggiato: cercare frutti dolci è un istinto naturale dell’uomo, che sa di trovare così fonti di energia che non siano velenose (l’amaro è associato spontaneamente al veleno). Tuttavia, i nostri predecessori non si sarebbero mai sognati di avere accesso a una scorta illimitata di frutta liquida per tutto l’anno. Una volta lo zucchero era quella sostanza bianca in granelli che si aggiungeva al tè o al caffè. Oggi apparentemente dolcifichiamo meno i prodotti, ma lo facciamo perché ci pensano direttamente le industrie alimentari, che ne usano una montagna. Si stima che di tutti i cibi industriali in commercio negli USA, circa il 70% contenga zuccheri aggiunti.
Dolce dipendenza
Perché tutti questi prodotti contengono zucchero? La risposta è semplice: perché ci piace! Più il cibo è dolce, meglio è. Man mano che il cibo diventa più dolce, perché vengono aggiunte maggiori quantità di zucchero, la soglia si innalza e ci serve ancora più zucchero per sentirci appagati: come una droga che dà dipendenza. Nel 2014 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto che l’attuale 10% di apporto energetico riservato ai carboidrati semplici venga ulteriormente diminuito dai governi al 5% (pari a una lattina di Coca Cola). Molti adolescenti consumano più del doppio della quantità consigliata. L’industria alimentare ha reagito contestando le prove e rifiutando per ora qualsiasi accordo. Invece la Danimarca, nel 2013, ha aumentato la tassa sugli alimenti zuccherati ottenendo la diminuzione del consumo.
La differenza tra desiderio e bisogno
Attenzione anche ai prodotti “light” e “zero”: è vero che contengono meno zuccheri, ma hanno coloranti, sostanze additive ed edulcoranti la cui sicurezza non è totalmente certa. Inoltre c’è il rischio concreto che una persona pensi di poterne bere di più perché si tratta di un alimento light. L’acqua non deve essere mai sostituita: è una sostanza vitale che risponde a un bisogno primario, mentre la bevanda zuccherata compensa soltanto un desiderio superfluo. Lo sosteneva Marge nel cartone dei Simpson: “È tempo di dichiarare guerra allo zucchero”. Dagli anni ‘80 in cui veniva pubblicizzato come “pieno di vita” a oggi, la guerra è iniziata. Lo zucchero è preso di mira come e più dei grassi, un sorvegliato speciale studiato dagli scienziati per i guai che è in grado di causare.
[Marco Favasuli – Biologo nutrizionista]
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